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BIBBIA
Raccolta di scritti, i quali, secondo la tradizione
religiosa ebraica e quella cristiana nelle sue varie diramazioni, contengono
la parola di Dio. Il nome, derivante dal greco biblía (libri),
svela oltre che la pluralità dei testi di cui è composta,
la sua natura di accumulo di più "scritture" di diversa datazione
e natura. I vari modi in cui i libri vengono scelti e posti in successione
danno luogo ai diversi canoni, termine con cui si intende l'insieme di
scritti considerati ispirati dai differenti sistemi religiosi. È
nota anche come Sacre scritture. Gli ebrei chiamano correntemente l'insieme
dei libri rivelati Tanak. Si tratta di una parola acrostica formata
dalle iniziali delle sue tre parti: Torà, Neviim
e Ketuvim. La Torà (Legge, più esattamente
"istruzione") ne costituisce la componente fondamentale. Essa è
infatti la sola a fondare i precetti ed è l'unica a essere custodita
manoscritta nella sinagoga. È costituita dai cosiddetti "cinque
libri di Mosè" o Pentateuco: Genesi, Esodo,
Levitico, Numeri, Deuteronomio. I Neviim (Profeti)
si suddividono a propria volta in "anteriori" (Giosuè, Giudici,
I e II Samuele, I e II Re) e "posteriori"
(Isaia, Geremia, Ezechiele e i Dodici minori).
I Ketuvim (Scritti) comprendono opere di diverso genere letterario:
Salmi, Proverbi, Giobbe, Cantico dei cantici, Ruth, Lamentazioni, Qohelet,
Ester, Daniele, Esdra, Nehemia, I e II Cronache. Nel canone
cristiano i libri della Bibbia ebraica, posti però non di rado
in una successione parzialmente diversa, assumono il nome di Antico
Testamento. Dopo di essi infatti vengono altri libri, considerati
anch'essi ispirati, chiamati Nuovo Testamento. Quest'ultimo è
costituito dai quattro Vangeli (Matteo, Marco,
Luca, Giovanni), dagli Atti degli apostoli, dal corpus delle quattordici
Lettere paoline (non tutte però storicamente attribuibili
a Paolo di Tarso), dalle cosiddette "sette lettere cattoliche", cioè
non dirette ad alcuna chiesa particolare (Giacomo, I e
II Pietro, I, II e III Giovanni, Giuda)
e dall'Apocalisse. I libri neotestamentari furono redatti nel greco
della koinè. Le confessioni protestanti annoverarono nell'Antico
Testamento esclusivamente i libri contenuti nel canone ebraico. La Chiesa
cattolica invece considera ispirati anche altri libri anticotestamentari
(di cui ci sono pervenute redazioni complete solo in lingua greca) chiamati
"deuterocanonici": Tobia, Giuditta, aggiunte a Ester, Sapienza,
Siracide, Baruc e lettera di Geremia, aggiunte a
Daniele, I e II Maccabei. La Bibbia, a differenza
di altri testi sacri, restati sempre legati alla loro lingua originale,
ha dato luogo a un'imponente serie di traduzioni, molte delle quali hanno
rivestito un ruolo storico culturale di straordinaria portata a volte
collegato alla stessa nascita delle civiltà letterarie dei vari
popoli. In epoca antica, in ambito ebraico, si segnala innanzitutto la
traduzione greca detta "dei Settanta" (iniziata ad Alessandria nel II
secolo a.C.). Esistono anche importanti versioni aramaiche (targumim).
Le chiese cristiane di lingua greca fanno tuttora riferimento alla Settanta
per i libri dell'Antico Testamento. Numerose furono anche le traduzioni
latine, tra le quali emerge soprattutto quella detta Vulgata (compiuta
da san Girolamo alla fine del IV secolo), destinata a diventare la versione
ufficiale della Chiesa cattolica. Ci sono molte altre versioni antiche
in lingua siriaca, copta, etiopica, armena, gotica (Ulfila)
paleoslava (Cirillo) ecc. Fra le traduzioni
di epoca moderna primeggiano, per la straordinaria importanza assunta
nelle rispettive aree linguistiche, quella tedesca di Martin Lutero (1521-1534)
e quella inglese detta King James (1611). La "storia degli effetti"
(Wirkungsgeschichte) avuti dalla Bibbia è incalcolabile.
Infatti la teologia, la filosofia, la politica, il diritto, tutte le forme
artistiche, le feste e le consuetudini, i modi di dire e l'onomastica,
di moltissime aree culturali risultano profondamente influenzate dalla
Bibbia.
P. Stefani
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